![]() ![]() In vista della stagione 1926-27,l’ormai affermato regime fascista, impegnato nel processo di “nazionalizzazione” del Regno d’Italia, decise di cambiare la struttura del campionato di calcio. Mussolini infatti non volendo che il calcio italiano restasse spaccato tra Nord e Sud e mostrasse disgregazione sociale, impose d'ufficio alla FIGC, tramite il CONI, l'unificazione delle due leghe territoriali in un'unica “Divisione Nazionale”, articolata in 20 squadre, di cui 17 del Nord e 3 del Sud. Alle meridionali, il titolo sportivo spetto' alle due finaliste dell'ultima Lega Sud, ovvero l'Alba Roma e l'Internaples, piu' la Fortitudo Roma, quest'ultima ammessa perche' presieduta da Italo Foschi, uno degli ideatori della riforma fascista del Calcio. Ascarelli, di Una nuova assemblea dei soci in sede si tenne il 25 agosto, raccontata il giorno seguente da “Il Mezzogiorno” del 25-26 agosto, rivista su cui i napoletani, da un trafiletto intitolato “L’Internaples muta il nome in A. C. Napoli […]” poterono apprendere del cambio di denominazione e dell’ingresso di nuove figure facoltose nel Consiglio Direttivo (dati ed immagini tratte dal blog dello scrittore Angelo Forgione). |
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La tattica di gioco praticata negli anni trenta fu la naturale
evoluzione della cosiddetta tattica "danubiana"
perché ispirata dalla scuola austro-ungherese. Espresso
graficamente questo modulo di giuoco può essere rappresentato
da due W sovrapposte; delle due, la W davanti al
portiere presentava due difensori centrali (uno più arretrato
e più votato alla difesa, ed uno più avanzato con
compiti più offensivi), e due mediani laterali che si occupavano
di coprire le fasce laterali, lasciando il compito di impostare
il giuoco al "centromediano", vero cervello della squadra.
Questa tattica fu definita "METODO" in contrapposizione
al cosiddetto "SISTEMA". Sostanzialmente era
uno schema di gioco simile a quello che fu riscoperto negli anni
50/60 dopo il "Sistema", e che aveva come unica variante
l'ala "tornante"; era cioè costituito da un libero,
uno stopper, due terzini, due attaccanti e quattro centrocampisti
di cui uno veniva chiamato "centromediano metodista". |
L'esordio del Napoli sulla ribalta del calcio nazionale non fu certo esaltante. Infatti il primo campionato si chiuse all'ultimo posto, con 1 punto su 18 incontri, 7 gol fatti (di cui un rigore ed un autogol) e 61 gol subiti. Il Napoli non retrocesse perché fu ridisegnato il campionato successivo con la creazione di due gironi da 11 squadre! Debutta nel Napoli Attila Sallustro (vedi foto) |
Stessa sorte toccò al Napoli nel campionato 1927/28 anche se si classificò terzultimo con 15 punti. Ma al penultimo posto si classificò la Lazio che, rappresentando Roma capitale (eravamo nel "ventennio") "doveva" essere salvata. Questa fu la fortuna del Napoli che così si ritrovò ancora in serie A. |
![]() Ultimo campionato prima dell'avvento del "girone unico". Il Napoli, spinto dal "motorino" Carlo Buscaglia - vedi foto - (262 presenze nel Napoli con 39 gol in diecianni) finì all'ottavo posto a pari punti con la Lazio. Il successivo campionato era previsto a 16 squadre per cui le prime otto d'ogni girone avrebbero formato la nuova "serie A". Fu quindi necessario uno spareggio tra Lazio e Napoli che si disputò a Milano il 23/6/1929 e terminò 2 a 2. Prima che si disputasse un secondo spareggio, fu deciso di allargare la nuova serie A da 16 a 18 squadre salvando così, per la terza volta consecutiva, il Napoli dalla serie cadetta. Il primo spareggio tra Napoli e Lazio passò alla storia per essere stata la prima "radiocronaca" della storia del calcio italiano. Infatti, da un balcone della redazione del giornale "Mezzogiorno sportivo" in Piazza San Ferdinando il giornalista Felice Scandone raccontava alla folla sottostante le notizie che Michele Buonanno riceveva via telefono in diretta dal suo collega a Milano. |
![]() Il 6/10/1929 iniziò ufficialmente l'avventura di Willy Garbutt come allenatore del Napoli. Siederà sulla panchina azzurra fino al 4/6/1935. Nel febbraio del 1930 fu inaugurato il nuovo Stadio Ascarelli (nella foto). Fu anche il primo campionato a Napoli per Vojak (vedi foto), acquistato dalla Juventus, e per Cavanna, Vincenzi, Mihalic Marcello (vedi foto) e Sallustro II. Vojak fu subito capocannoniere della squadra con 20 gol (secondo Sallustro con 13): Risultato finale 5° posto con 37 punti. |
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Quest'anno ritorna come Presidente Giovanni Maresca di Serracapriola che acquista dal Torino il centromediano Colombari (nella foto) per ben 250.000 lire! Il girone d'andata si concluse con il Napoli al 2° posto in classifica a 25 punti, con 9 vittorie in 9 partite casalinghe. Alla fine si classificherà al 6° posto con 37 punti ma con due prestigiose vittorie in trasferta: 2 a 1 con la Juventus e 3 a 2 con il Milan. |
Questo fu il peggiore campionato di Vojak (9 gol), con alcune sconfitte brucianti (6 a 1 a Milano con l'Ambrosiana e 4 a 1 con il Torino) e con un bottino finale di 35 punti che valse il 9° posto in classifica finale. Ma l'anno 1931/32 fu segnato da una profonda crisi finanziaria che costrinse Maresca di Serracapriola a dimettersi, sostituito dal Comm. Eugenio Coppola, che a sua volta "abdicò" per l'Ing. Savarese (il passivo era di circa 800.000 lire di allora); |
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Nuovo brillante campionato, senz'altro il migliore di tutti gli anni trenta, con 46 punti finali ed il 3° posto in classifica, con Vojak (nella foto) a segno ben 21 volte (Sallustro soltanto 5). Il campionato fu disputato allo Stadio XXVIII ottobre del Vomero perché l'Ascarelli, divenuto di proprietà comunale, fu rifatto ex-novo in cemento. |
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Nuovo allenatore fu l'ungherese Csapkay che rifondò la squadra (andarono via Ferraris II, Vojak, Vincenzi, Gravisi). La classifica finale vide il Napoli all'ottavo posto con 28 punti a parità con il Milan. Dal 15 marzo 1936 il presidente del Napoli fu Achille Lauro che, a fine campionato, licenziò l'allenatore ungherese. Capocannoniere fu Busani con 12 gol che, nonostante questo, non meritò la riconferma per l'anno seguente. |
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Periodo precedente (1904-1926) |
Periodo successivo (1936-1950) |